LIBERALIZZAZIONI ALLE COMPAGNIE D’ASSICURAZIONE

Dal Cerstar   21 Gennaio 2015

Riflessioni in seguito alle notizie stampa, su un probabile mandato alla solita Onorevole Vicari, da parte del Ministro Guidi.

Si ripropone la truffa. Come al solito intravediamo nelle manovre politiche in corso, il perseguimento in modo non corretto del massimo profitto dai propri investimenti, da parte delle Compagnie D’Assicurazione. Come ben sappiamo, l’ultimo anno è stato per le Compagnie foriero di un risultato economico senza pari, anche se realizzato, in parte, grazie alle nostre disgrazie: “Nei portafogli delle Compagnie, ci sono poco meno di 260 miliardi di euro in titoli di stato, escluse polizze linked e fondi pensione, con plusvalenze teoriche, al Giugno scorso, per 32,3 miliardi di euro. Mentre i sinistri che erano qualche anno fa il 7,5/8% delle polizze emesse, ora sono scesi al 5,5%, anche per merito di piccoli sinistri pagati di tasca propria” (cifr. “La Repubblica”) Aggiungerei: “Di tasca propria pagati a causa anche dell’istigazione a delinquere (Bonus Malus) generante il “pirata del parcheggio”. Quando si invitano “anatroccoli a bere!”.

Ci si aspetterebbe un consistente calo del costo delle polizze R.C.A. , da questi risultati economici delle Compagnie, invece evidentemente insoddisfatte, hanno “riproposto” un modo di riappropriarsi, per legge, dello sconto che faranno: ma soltanto a chi sottoscriverà l’impegno, in caso di sinistro stradale “attivo”, di recarsi da carrozzieri complici delle Compagnie. Il recupero dello sconto iniziale così potrà avvenire dalle tasche dei lavoratori del mondo dell’autoriparazione, dai loro fornitori: dall’entourage in genere.

Perché quando la polizza scontata sottoscritta, obbligherà l’automobilista a recarsi dal riparatore, coercito da chi gli invia commesse di lavoro, sarà un “debitore” (la Compagnia) a interferire sull’entità del suo “debito”, agendo impositivamente sulla qualità e sicurezza delle riparazioni, per sua economicità.

Tutti gli autoriparatori, le imprese fornitrici, il mondo dei rappresentanti del diritto all’autonomia imprenditoriale artigiana, non hanno niente da dire in proposito?

                                                                                                                               Gianni Tassinari

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