Artigiano essere sociale ben inserito
Riflessioni di concetto
Cerstar 21‐3‐2021
Ci sono dei segreti meccanismi, nelle nostre menti, che una volta messi in moto da un ragionamento sono resi potenti dall’immaginazione, trasportano la fantasia con l’impetuosità di un confronto totale, un incrocio con le competenze acquisite, verso quella intuizione che precede l’invenzione.
Forse gli esperti della mente possono spiegare la natura di queste confluenze, il motivo ed il modo nel quale avvengono. Noi artigiani ci sentiamo di testimoniarne l’esistenza, i meccanismi; con quell’effetto di forti pensieri, colmi di ardenti desideri di compiere realizzazioni concrete. Cosa può favorirci?
Detto questo parliamo di autonomia di pensiero, perché è impossibile separare questo stato di fatto, questa condizione mentale, dalle istituzioni e dalle organizzazioni che governano l’artigianato. Si osserva un mancato incontro tra istituzioni e autonomia imprenditoriale, che in effetti sono soltanto due lati indispensabili della medesima figura.
Non esiste democrazia quando non contenga conflittualità costante tra dinamiche aperte. Non a caso nelle società e nelle organizzazioni autoritarie, lo scopo del potere consiste nel bloccare questi confronti dialettici di rinnovamento. Si tratta di mettere a punto l’idea della organizzazione, non come organizzatrice, ma come confronto organizzante costante.
Se l’esito del successo di ogni organizzazione, consiste nell’ingessamento del potere all’interno, si verifica soltanto un annullamento delle soggettività sociali che l’hanno costituita. Invece è mantenendo viva la conflittualità tra irrigidimenti istituzionali e rifiuti ideologici di rigidità da autonomie di pensiero, che consiste la visione complessiva e proattiva di due lati di una stessa medaglia.
Il vero risultato potrebbe consistere nello sfruttare positivamente, tutti i lati negativi scaturiti durante le diatribe. Quando qualcuno afferma che il patrimonio reale, di ogni organizzazione, è costituito in larga parte dalle opinioni degli oppositori, non è lontano dalla verità.
Concludo con questa riflessione, le nostre organizzazioni sapranno mantenere i loro legami con duplici verità costruttive, o resteranno bloccate nella sterile difesa di un potere evanescente, durante questi cambiamenti epocali della nostra società?
Gianni Tassinari
www.cerstar.it
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.