Trasformazione
Trasformazione effettuata da Dino Tassinari.
Visualizza la presentazione di CERSTAR per comprendere meglio il nostro progetto.
Il giorno 7 ottobre 2014 durante una trasmissione televisiva tra le più seguite, è andato in onda un “teatrino”, una piccola clip organizzata magistralmente per addossare alla categoria dei carrozzieri responsabilità sulla situazione economica nazionale.
Chiaramente si è trattato di una sottostima dell’intelligenza del pubblico e soprattutto degli automobilisti italiani, i quali purtroppo hanno a che fare con atti vandalici, sempre più spesso attribuibili a proteste politiche, e sanno che una portiera graffiata vale 200 euro.
Ora la truffa televisiva: in mezzo ad una strada (è strano) un “personaggio” si rivolge ad uno pseudo carrozziere mostrando un tamponamento nella parte posteriore sinistra del suo automezzo, e chiede un preventivo. Alla richiesta di 800/900 euro per la riparazione si mostra a disagio.
Tutti notiamo la stranezza di un tamponamento senza colpevoli, ma la “chicca” è costituita dalla proposta, da parte dell’attore carrozziere, di addossare la spesa ad un risarcimento per atti vandalici: rigature che l’attore-carrozziere si incaricherebbe lui stesso di fare, nel lato destro della vettura.
Fin qui nulla di strano, siamo abituati alle inchieste fasulle delle quali farò cenno alla fine dell’articolo, ma la straordinarietà della trasmissione consiste nel considerarci tutti imbecilli. Va da sé che se, come ho citato all’inizio, una portiera graffiata come qualsiasi altra superfice della fiancata, vale 200 euro e lo sanno tutti, come attribuirgli, durante l’ispezione obbligatoria del perito le altre 800/900 del tamponamento a sinistra?
Perché, se mi si insegna che al massimo del graffiabile di una fiancata destra, sono quattro pezzi da 200, ad un conto di 800, dai quali durante il risarcimento assicurativo deve essere sottratta ogni volta la franchigia (sempre più alta: 300/500?), come attribuire le altre 800/900 del tamponamento a sinistra, sui vandalici?
Di fronte a questo uso diffamatorio del mezzo televisivo, ci si dovrebbe mostrare indignati invece tutto cadrà nel più anonimo silenzio, tranne forse la solita ed unica C.G.I.A. di Mestre, al momento unica paladina dell’artigiana arte, con le sue inchieste, le sue denunce, le sue incontrovertibili certificazioni.
Ma non appare strano a tutti, che dopo queste azioni apparenti di disonestà, di istigazione a delinquere, non faccia mai seguito un processo, una sanzione? Anche nel passato mai si è assistito ad un processo, alla condanna dei delinquenti che infamano la categoria, ed alla loro messa alla berlina da quella “gloriosa” rivista, Quattroruote, che tante inchieste “taroccate” pubblicò?
Come dimenticare, di questa pubblicazione svalutatrice dei valori delle auto usate, (conseguentemente giudicate non economicamente riparabili quindi rottamabili, esponendo le famiglie a spese impreviste), le favolose inchieste moralizzatrici. Quando i suoi attori venivano a recitare la scenetta: “Disperato/sborone”
Veniva un apparente disperato in officina, raccontando una serie di sue disgrazie, supplicando massima economia e di fargli evadere l’iva; poi lo stesso, una volta ottenuto un preventivo ai limiti della decenza, si recava da un altro carrozziere dicendo: “ho questo danno che paga l’assicurazione, sono dieci anni che mi torchiano con delle polizze esose, adesso mi metti sotto anche quelle piccole ammaccature dalle altre parti e me la lucidi tutta!” (Come del resto spesso viene chiesto ancora oggi)
Dopo di che, venivano pubblicati i due preventivi, con le carte intestate delle ditte e incuranti del danno morale alla loro immagine pubblica, senza nessuna spiegazione della realtà ed in completa impunità. Veniva chiamato “giornalismo d’assalto”, ma si può definire da pennivendoli.
Associazioni di rappresentanza e tutela degli artigiani, è a voi che rivolgo l’appello di non lasciar passare indenne questa forma di colpevolizzazione della nostra categoria, voi avete i mezzi e 8000 consulenti l’una a vostra disposizione, cominciate a farvi sentire se volete continuare a far tesseramenti.
Gianni Tassinari
Cerstar
CERSTAR
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