• Trasformazione

    Trasformazione effettuata da Dino Tassinari.

  • Gianni Tassinari

    Foto che ritrae Gianni Tassinari in una riparazione auto

     

  • Inventiva

    Utilizzo del carroattrezzi come spazzaneve

     

  • Inventiva

    Invenzione di Gianni Tassinari per le riparazioni

     

  • Formazione

    Corso per ragazzi sul lavoro della carrozzeria

     

Presentazione

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Gianni Tassinari

La mia storia

Relazione Cerstar Febbraio 2021

S. Giorgio di Piano (BO) 28‐2‐2021

 

In molti si lamentano per gli scarsi profitti nelle loro carrozzerie, nonostante questo si ha notizia di un incremento delle richieste di rapporti di “fiduciariato”, come si può spiegare? Io penso che siano solo richieste di “protezione”, a qualsiasi costo, dalla invadenza sempre più pressante del capitale sulle persone.

Purtroppo è il peggior modo di reagire, contro questo asservimento‐variazione da liberi imprenditori  a prestatori d’opera occasionali. Perché c’è una omologazione in atto, un raduno del gregge, una falsa soluzione dei nostri problemi economici;  non solo appiattimenti al ribasso dei risultati ma una perdita grave delle nostre identità personali. Sospinti a guardare “l’altro”, il collega, come un nemico diretto: identificando in lui un capro espiatorio.

Da questo stato di cose nasce l’impoverimento,l’insuccesso nelle rivendicazioni dei diritti ed una nostra esposizione alle evenienze più umilianti, che un tempo non molto lontano toccavano ad “altri”. Questi sono accadimenti che confondono gli imprenditori, perché generano una impotenza avvertita anche in altre categorie del “servizio all’auto”: metalmeccanici! Non servizi alla persona. E ben collegati con le relative organizzazioni di rappresentanza e tutela dei nostri dipendenti: origine della nostra legittimità democratica.

Noi viviamo con angoscia queste trasformazioni, foriere di  problematiche e difficoltà che mai avremmo creduto di dover di nuovo affrontare, assistendo impotenti a questa decadenza (acuita dalla pandemia) e alla conseguente perdita di benessere, di stato sociale; allo svanire di sicurezze: sia di successo, che di ceto, di pensioni, ed anche di instradamento dei nostri figli.!

Le nostre categorie metal meccaniche, i nostri produttivi, in via di un così grave declassamento, sono facile preda di quel senso di angosciosa vulnerabilità, del sentore di una permanente minaccia quotidiana, che può trasformarsi in una malattia psicologica: causata dall’identità perduta. Questo stato può accelerare la forma di sottomissione; la nostra debolezza consiste nel non far massa comune, nell’individualismo che tutti sconfigge: privilegiando invece le Compagnie D’assicurazione,le Case Costruttrici,  le Flotte noleggio.

Assistiamo ad una loro alleanza concreta contro ogni forma di giustizia sociale, di libertà individuale, ed è verificabile in questo la causa: un abbandono dei precedenti rapporti di partecipazione, da parte delle categorie interessate, alla difesa del loro diritto al profitto d’impresa. Non solo, anche sui precedenti rapporti, (per esempio) tra imprese e lavoratori dipendenti: avversari certo per ideologia e interessi economici; ma essendo comunque ciascuno nella propria precisa identità, e diversità, fondamentalmente parti  insostituibili della nostra democrazia!

Si sta così perdendo nella nostra società  una relativa differenza sociale, che composta precedentemente in un quadro di equa e ragionevole stabilità, prevedibilità e sicurezza, costituiva la solidità delle nostre comunità. Gli attacchi all’autonomia imprenditoriale e personale, stanno diventando sempre più incisivi perché ci inducono alla sottomissione di potentati uniformanti, destrutturanti, mobilitanti: favoriti da silenzi fragorosi delle categorie sotto scacco, con l’abbandono della loro partecipazione alla difesa.

I giochi redistributivi della ricchezza, nella nostra società, rischiano di vederci sempre più sospinti verso un livellamento peggiorativo e costante: al ribasso. La nostra partecipazione alle scelte economiche ha bisogno del coraggio individuale di opporci democraticamente, occupando spazi politico‐sindacali che la democrazia consente. Chiedendo provvedimenti duraturi che promuovano la solidità economica, la fine di questa disgregazione socio‐economica in atto, promuovendo in modo controllato la fine di questo timore di vulnerabilità, che blocca l’inventiva e la partecipazione alla “ripartenza”. Come ci onoriamo di avere sempre fatto durante le crisi precedenti. 

Vogliamo ripristinare una ragionevole prevedibilità dei nostri diversi orizzonti di vita, con una nuova politica previdenziale: una reintegrazione e rassicurazione, di una moderna instaurazione di rapporti economici senza abusi di posizioni dominanti, e per quanto possibile una nuova stabilità nelle categorie artigiane dell’autoriparazione. 

Ma nessuna di queste considerazioni potrà diventare parte di progetti realistici, se non ci sarà la tanto attesa partecipazione degli artigiani. I quali tacciono nonostante assistano inermi  alle trasformazioni economiche in atto, nell’economia in generale;  mentre lavori in loco ben compensati, vengono dirottati in Paesi dove possono essere retribuiti con paghe da fame. Con la complicità di una aristocrazia politica con cariche a vita, fornite da “rendite catastali” di dogmi e leggende, dedita a favorire gli interessi delle multinazionali. 

I mass media intanto esaltano una “finta formazione” e scusano i fallimenti locali, adducendo “l’economia globale”  come giustificazione degli enormi spostamenti di capitali “nostri”. Quindi l’opinione pubblica è stata asservita, ne conosciamo i ”corifei” ma chi suona il flauto per farli danzare? A titolo di consolazione dirò che entro poco tempo le nostre esistenze dovranno essere poste a confronto, con l’imminente arrivo dell’ intelligenza artificiale, la quale non lascerà spazio alle contraddizioni: alle quali ci ha abituato certa politica.

Quindi non semplicemente sfruttando l’intuito e l’esperienza, come abbiamo sempre fatto noi, ma utilizzando l’equivalente di queste ricche pratiche, totalmente rielaborate nell’intelligenza artificiale, per un utilizzo plurimo senza rivalità umane, né pregiudizi assurdi. Milioni di traiettorie intellettuali e tecniche, depositate sì, da menti umane: ma utilissime per soluzioni e proposte  complessive, di ben allenate menti artificiali; un patrimonio di utilizzo comune che potrà essere ridistribuito, implementato, consultato costantemente: di qui l’importanza che l’aggiornamento dello scambio, tra menti umane e intelligenze artificiali, avvenga con l’aiuto di buoni maestri, con la “partecipazione” di buoni maestri.

Tra i dati più efficaci, in senso di utilità, che io annovero per un corretto rapporto tra le “realtà” oggettive e le aspirazioni “speculative”, ci sono quelli annotati: ovvero quelli dei quali è stato raccolto e depositato nelle organizzazioni, quale corretto significato storico degli accadimenti. (ciò che io ho sempre affermato come “patrimonio inespresso”: a causa di invadenze partitiche). Servirà una elaborazione complessiva, certificando scientificamente, il “significato” di qualsiasi scelta futura: con indicazioni inappuntabili!

Gianni Tassinari
 www.cerstar.it
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